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CAPITOLO SECONDO. L'ULTIMA GUERRA

Sezione 10

Ma ora la nostra storia deve separarsi da Frederick Barnet e dal suo carico di chiatta di uomini affamati e affamati.

Per un tempo nell'Europa occidentale almeno fu davvero come se la civiltà fosse giunta a un collasso finale. Questi germogli coronanti sulla tradizione che Napoleone piantò e Bismarck innaffiò, si aprirono e divamparono 'come ninfee di fiamma' su nazioni distrutte, su chiese fracassate o sommerse, città rovinate, campi persi per l'umanità per sempre, e un milione di corpi nel tumulto. Fu questa lezione sufficiente per l'umanità, o le fiamme della guerra avrebbero ancora bruciato in mezzo alle rovine?

Né Barnet né i suoi compagni, è chiaro, avevano alcuna assicurazione nelle loro risposte a quella domanda. Già una volta nella storia dell'umanità, in America, prima della sua scoperta da parte dei bianchi, una civiltà organizzata aveva ceduto a un mero culto della guerra, specializzato e crudele, e sembrò per un tempo a molti uomini pensanti come se il mondo intero dovesse solo ripetere su scala più larga questa ascesa del guerriero, questo trionfo degli istinti distruttivi

della razza.

I capitoli successivi della narrativa di Barnet non fanno che dare corpo a questa tragica possibilità. Egli dà una serie di vignette della civiltà, frantumata, sembrava, quasi irreparabilmente. Trovò le colline belghe brulicanti di rifugiati e desolate dal colera; i vestigi degli eserciti contendenti che mantenevano l'ordine sotto una tregua, senza battaglie effettive, ma con la cauta ostilità dell'abitudine, e una grande assenza di piano ovunque.

Sopra la testa gli aeroplani andavano per incarichi misteriosi, e c'erano voci di cannibalismo e fanatismi isterici nelle valli del Semoy e nella regione forestale delle Ardenne orientali. C'era il rapporto di un attacco alla Russia da parte dei Cinesi e dei Giapponesi, e di qualche enorme scoppio rivoluzionario in America. Il tempo era più tempestoso di quanto gli uomini l'avessero mai conosciuto in quelle regioni, con molto tuono e fulmini e selvaggi scrosci-nubi di pioggia...