You can not select more than 25 topics Topics must start with a letter or number, can include dashes ('-') and can be up to 35 characters long.

4.0 KiB

CAPITOLO QUINTO. GLI ULTIMI GIORNI DI MARCUS KARENIN

Sezione 9

Con l'avanzare della sera Karenin e quelli che erano attorno a lui salirono sul tetto degli edifici, affinché potessero meglio osservare il tramonto e l'arrossire delle montagne e l'arrivo del bagliore crepuscolare. Erano raggiunti da due dei chirurghi dei laboratori sottostanti, e ben presto da un'infermiera che portò a Karenin un rinfresco in una tazza di vetro sottile. Era una sera limpida e senza vento sotto il cielo blu profondo, e lontano verso nord brillavano due biplani sulla via per gli osservatori sull'Everest, duecento miglia lontano sui precipizi a est. Il piccolo gruppo di persone li osservò passare sulle montagne e svanire nel blu, e poi per un tempo parlarono del lavoro che stava facendo l'osservatorio. Da questo passarono all'intero processo della ricerca nel mondo, e così i pensieri di Karenin ritornarono di nuovo alla mente del mondo e al grande futuro che si stava aprendo all'immaginazione dell'uomo.

Fece ai chirurghi molte domande sulle possibilità dettagliate della loro scienza, e fu vivacemente interessato ed eccitato dalle cose che gli raccontavano. E mentre parlavano il sole toccò le montagne, e divenne molto rapidamente un emisfero infuocato e dentellato di fiamma liquida e affondò.

Karenin guardò lampeggiando l'ultimo margine tremolante di incandescenza, e ombreggiò gli occhi e divenne silenzioso.

Presto diede un piccolo sussulto.

"Cosa?" chiese Rachel Borken.

"Avevo dimenticato," disse.

"Cosa avevi dimenticato?"

"Avevo dimenticato dell'operazione domani. Sono stato così interessato come Uomo oggi che ho quasi dimenticato Marcus Karenin. Marcus Karenin deve andare sotto il vostro coltello domani, Fowler, e molto probabilmente Marcus Karenin morirà." Ha sollevato la sua mano leggermente raggrinzita. "Non importa, Fowler. Importa appena anche a me. Perché infatti è Karenin che è stato seduto qui e ha parlato; non è piuttosto una mente comune, Fowler, che ha giocato tra noi? Tu ed io e tutti noi abbiamo aggiunto il pensiero al pensiero, ma il filo non è né tu né io. Quello che è vero lo abbiamo tutti; quando l'individuo si è completamente portato al test e alla vagliatura dell'espressione, allora l'individuo è fatto. Mi sento come se fossi già stato svuotato da quel piccolo recipiente, quella Marcus Karenin, che nella mia giovinezza mi teneva così strettamente e completamente. La tua bellezza, cara Edith, e la tua ampia fronte, cara Rachel, e tu, Fowler, con le tue mani ferme e abili, sei ora quasi altrettanto a me di questa mano che batte il braccio della mia sedia. E come poco me. E lo spirito che desidera di sapere, lo spirito che si risolve a fare, quello spirito che vive e ha parlato in noi oggi, ha vissuto ad Atene, ha vissuto a Firenze, vive avanti, lo so, per sempre....

"E tu, vecchio Sole, con la tua spada di fiamma che brucia questi poveri occhi di Marcus per l'ultima volta di tutti, stai attento a me! Pensi che muoia—ed infatti sto solo togliendo un altro cappotto per arrivare a te. Ti ho minacciato per diecimila anni, e presto ti avverto che verrò. Quando sarò completamente spogliato e i miei travestimenti gettati via. Molto presto ora, vecchio Sole, mi lancerò a te, e ti raggiungerò e metterò il mio piede sul tuo volto macchiato e ti traino dei tuoi ricci infuocati. Un passo farò alla luna, e poi ti salterò addosso. Ho parlato con te prima, vecchio Sole, ho parlato con te un milione di volte, e ora sto iniziando a ricordare. Sì—molto tempo fa, molto tempo fa, prima che avessi tolto pochi migliaia di generazioni, polvere ora e dimenticata, ero un selvaggio peloso e ho indicato la mano a te e—chiaramente lo ricordo!—ti ho visto in una rete. L'hai dimenticato, vecchio Sole? . . .

"Vecchio Sole, mi raduno da me stesso fuori dai laghi dell'individuo che mi hanno mantenuto disperso così a lungo. Riunisco il mio miliardo di pensieri nella scienza e il mio milione di volontà in uno scopo comune. Bene potete scivolare giù dietro le montagne da me, bene potete rannicchiarvi...."