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CAPITOLO QUARTO. LA NUOVA FASE
Sezione 2
Questa assemblea non fu un balzo di menti eccezionali e super-intelligenze nel controllo degli affari. Era insegnabile, i suoi membri trascinavano idee con loro alla riunione, ma queste erano le conseguenze dello "shock morale" che le bombe avevano dato all'umanità, e non c'è ragione di supporre che le sue personalità individuali fossero molto al di sopra della media. Sarebbe possibile citare mille esempi di errore e inefficienza nei suoi procedimenti dovuti alla dimenticanza, irritabilità o stanchezza dei suoi membri. Sperimentò considerevolmente e sbagliò spesso. Eccetto Holsten, il cui dono era altamente specializzato, è questionabile se ci fosse un solo uomo del primo ordine di qualità umana nella riunione. Ma aveva un modesto timore di se stessa, e una conseguente direttezza che le diede una distinzione generale. C'era, naturalmente, una nobile semplicità in Leblanc, ma anche di lui si può chiedere se non fosse piuttosto buono e di mente onesta che nel senso più pieno grande.
L'ex-re aveva saggezza e un certo slancio romantico, era un uomo tra migliaia, anche se non era un uomo tra milioni, ma le sue memorie, e in effetti la sua decisione di scrivere memorie, danno la qualità di se stesso e dei suoi associati. Il libro fa una lettura ammirabile ma stupefacente. In esso prende per scontato il grande lavoro che il consiglio stava facendo come un bambino piccolo prende Dio. È come se non ne avesse alcun senso. Racconta trivialità divertenti sul suo cugino Wilhelm e sul suo segretario Firmin, prende in giro il presidente americano, che era, in effetti, piuttosto un piccolo incidente della macchina politica che un americano rappresentativo, e dà una lunga descrizione di come fu perso per tre giorni nelle montagne in compagnia dell'unico membro giapponese, una perdita che non sembra aver causato alcuna seria interruzione del lavoro del consiglio...
La conferenza di Brissago è stata scritta più e più volte, come se fosse una riunione del vero fiore dell'umanità. Appollaiata lassù per il capriccio o la saggezza di Leblanc, aveva una certa qualità olimpica, e la tendenza naturale della mente umana a elaborare tale somiglianza ci farebbe dare ai suoi membri le sembianze degli dei. Sarebbe ugualmente ragionevole paragonarla a uno di quegli incontri forzati sulle cime delle montagne che devono essere avvenuti nelle fasi di apertura del Diluvio. La forza del consiglio non stava in se stesso ma nelle circostanze che avevano accelerato la sua intelligenza, dissipato le sue vanità, e emancipato da ambizioni e antagonismi tradizionali. Era stato spogliato dell'accumulo di secoli, un governo nudo con tutta quella libertà d'azione che la nudità offre. E i suoi problemi gli erano presentati con una chiarezza che era fuori da ogni paragone con le intimazioni complicate e sconcertanti del tempo precedente.