## CAPITOLO QUARTO. LA NUOVA FASE ### Sezione 8 La Commissione per la Pianificazione Urbana divenne rapidamente uno dei comitati più importanti del Consiglio. Il suo compito era straordinario: ridistribuire la popolazione mondiale in modo razionale, secondo i nuovi insediamenti che la tecnologia rendeva possibili. Prima dell'era atomica, le città si erano formate per ragioni geografiche accidentali—porti, fiumi navigabili, incroci di vie commerciali. Intere popolazioni si erano accumulate in centri urbani congestionati, soffocare dai fumi industriali, vivendo in tuguri senza aria né luce. Londra, Parigi, Chicago erano divenute monumenti alla follia umana: milioni di persone stipate, ammassate, combattenti per spazio e aria. Il nuovo ordine rendeva possibile ciò che prima era inconcepibile. I veicoli aerei atomici—leggeri, veloci, capaci di trasportare centinaia di passeggeri—permisero la dispersione della popolazione su scala globale. Non era più necessario vivere nelle metropoli fetide. Le comunità potrebbero disseminarsi nei deserti, sulle montagne, nelle regioni remote dove la natura era intatta. La Commissione progettò nuove città nei deserti dell'Africa e dell'Asia. Altre comunità sorsero sugli altipiani delle Ande, nelle steppe della Siberia, sui plateau dell'Australia centrale. Ogni insediamento era collegato agli altri tramite reti di trasporto rapido e sistemi di comunicazione istantanea. Non c'era isolamento, solo scelta di vivere dove si desiderava, circondati dalla bellezza naturale invece che da mattoni e fumo. L'agricoltura, trasformata da questa dispersione, crebbe enormemente in efficienza. Dove prima un novanta per cento della popolazione faticava per nutrire il rimanente dieci per cento, ora meno dell'uno per cento era occupato nella produzione alimentare. I campi, lasciati agli esperti e alle macchine intelligenti, fiorivano. La carestia divenne storia antica. Ciò che fu liberato fu l'energia umana. Miliardi di persone, liberate dal compito di coltivare la terra o di vivere ammassate in città, potevano dedicarsi a ciò che veramente desideravano. La creazione, la ricerca, l'arte, l'apprendimento diventarono occupazioni comuni. Il mondo stesso si trasformò in un giardino vastissimo, in cui l'umanità poteva finalmente respirare.